«STRANE» INDULGENZE
del Santo Sepolcro di Pisa

Che cosa era (ed è) un’indulgenza nel diritto della Chiesa? A dirla in breve, è un insieme di atti collegati alla remissione dei peccati e alla penitenza e pena materiale che può essere scontata attraverso la preghiera, i digiuni o le opere buone e, nella vita oltre la morte, nel Purgatorio.
Ne scrisse San Gregorio di Nissa († 395); se ne trova testimonianza nell’VIII secolo; e circa la metà del secolo XI venne associata a particolari condizioni, quali i pellegrinaggi verso i luoghi santi o le elemosine.
L’indulgenza plenaria, che cancella tutte le colpe, invece fu concessa da Urbano II in occasione della prima Crociata (1095).
Con il passare del tempo fu applicata con maggior frequenza, tanto da dare occasione ad abusi e proteste.


Nelle carte d’archivio se ne trova ricordo ad esempio nei periodi grami di una istituzione religiosa che ne supplicava la concessione a chi avesse aiutato la comunità, un certo culto o la costruzione di un edificio sacro.
Presenta in genere formule scritte ripetitive, di limitata curiosità se non per datare monumenti o poco altro, salvo le eccezioni ... una delle quali merita nota qui di seguito.
Riguarda infatti le ‘strane’ indulgenze elencate in un foglio di un faldone appartenuto ai cavalieri di Malta del Santo Sepolcro di Pisa.
Sembrano ‘strane’ innanzitutto per alcune difformità cronologiche rispetto a quanto conosciuto.
La costruzione della chiesa pisana infatti è datata al secolo XI ma, per un qualche motivo, il nostro foglio riporta concessioni anteriori al Mille.
È un falso storico? L’edificazione della chiesa può essere retrodatata, considerando che alla fine del secolo X cominciano a diffondersi questo tipo di monumenti? Oppure le indulgenze possono riferirsi ad un altro ente religioso collegato nel passato al Santo Sepolcro, come l’antica basilica di San Piero a Grado, citata nel foglio nelle ultime quattro concessioni? Le domande sono d’obbligo e per ora, almeno per chi scrive, non hanno risposta.
Un’incongruenza minore poi è l’indulgenza del 991 di Giovanni XIV che non corrisponde cronologicamente perché quell’anno regnava Giovanni XV.
‘Assurda’, per continuare, e quasi pagana, l’altra legata alla storia dell’uomo e della donna trasformati in capri il venerdì e di nuovo con sembianze umane la settimana dopo.
In quanto alla “tavoletta” e agli elencati quattro giorni speciali per lucrare indulgenze, che valgono “quanto l’andare tutto l’anno a San Piero in Grado”, non vi è significativa corrispondenza nel Santorale vecchio riguardo all’apostolo, salvo forse il 9 novembre, la Dedicazione della Basilica del Laterano di Roma.
Ma è probabile che i giorni indichino eventi passati relativi solo al Santo Sepolcro o allo stesso San Piero in Grado, meta di pellegrinaggio e quindi santuario di Pisa.
Più chiaro alla fine è il motivo della trascrizione: fissare la memoria delle indulgenze e di più corroborare spiritualmente la fondazione di una compagnia del SS. Nome di Gesù con sede all’altare del crocifisso.
Anche di questa non troviamo ricordo, almeno nel fondo Compagnie laicali soppresse (1785) da Pietro Leopoldo oggi all’Archivio di Stato di Firenze.


Il testo del foglio:

“Indulgenze concesse da diversi pontefici alla Chiesa di S. Sepolcro di Pisa.
Leone 7° l’anno 936 concesse a chionque visitava detta chiesa devotamente confessato, e comunicato 40 giorni d’indulgenzie per ciascheduna volta.
Martino 3° concesse 7 anni d’indulgenze l’anno 945 a chi con intenzione di confessarsi, e comunicarsi visitava la detta chiesa essercitando qualch’opera di carità.
Giovanni 14° l’anno 991 concesse 40 anni d’indulgenze a chi il venerdì visitava la detta chiesa, et uditovi la S. Messa, per un miracolo occorso in tal giorno ch’un huomo, et una donna furno trasmutati in capri, e l’altro venerdì ritornorno nella primera figura.
Vittore 2° l’anno 1056 confermò l’indulgenze concesse da’ pontefici antecessori, aggiungendo 40 giorni d’indulgenze ogni volta a chi ogni giorno visitava detta chiesa.
Gregorio 7° l’anno 1074 di moto proprio, per una grazia che disse havere riceuto in detta chiesa, concesse la remissione della terza parte de’ peccati a chiunque con il solito proposito di confessarsi, e comunicarsi havessi visitato la detta chiesa, e assistito al sacro sacrificio alla messa ogni giorno di venerdì, o festivo.
Eugenio 3° l’anno 1148 confermò tutte l’indulgenze concesse alla chiesa di S. Piero in Grado aggiungendovi indulgenza plenaria, e remissione di tutti i peccati a chi uno de’ Venerdì Santi havesse visitato detta chiesa, confessati, e comunicati, e poi l’anno 1149 concesse la medesima indulgenza alla chiesa di S. Sepolcro ristringendola solamente a un venerdì di marzo.
Alessandro 3° l’anno 1174 confermò tutte l’indulgenze e aggionse indulgenza plenaria tre volte l’anno, ciouè la domenica della Santissima Trinità, il 2° giorno della Pentecoste et il giorno di S. Pietro con tutte l’ottave a chi in detta chiesa pregava Iddio per la pace, et unione de prencipi christiani, et essaltatione di S. Chiesa.
Di più si trova scrit(t)o in una tavoletta l’infrascritte indulgenze.
A dì 18 maggio con tutta l’ottava [gli otto giorni successivi].
A dì 10 luglio con tutta l’ottava.
A dì 9 ottobre con tutta l’ottava.
A dì 9 novembre con tutta l’ottava.
In queste quattro gite s’acquistano tanti giorni d’indulgenze quanto l’andare tutto l’anno a S. Pietro in Grado.
Non si trovando più memoria alcuna se non in questa forma per la lunghezza del tempo, però si desidera ancora gratia, e di più essendosi erretto una compagnia del Nome di Gesù si desidera indulgenza plenaria, e remissione de’ peccatti alli fratelli già descritti, e che si confesserano, e comunicherano, et a quelli da descriversi il giorno ch’entrerano in detta compagnia, e se in articulo mortis, pentiti, confessati e comunicati, overo non potendo ciò fare, almeno contriti invocheranno il Nome SS. di Giesù, indulgenza plenaria, e perché detti fratelli ogni settimana pagano una cratia [= crazia, moneta di cinque quattrini] per fare celebrare tante messe per l’Anime del Purgatorio, si desidera ancora per maggiormente suffragare a quelle anime il privilegio ogni venerdì all’altare del SS. Crucifixo”.


Nel foglio successivo è contenuto il:
“Ricordo delle reliquie di S. Ubaldesca che si conservano nell’altare del SS. Crucifixo nella chiesa del Santo Sepolcro di Pisa.
Avendo la Comunità di Calcinaia eretta nella lor pieve una cappella in onore di detta santa, supplicorno il serenissimo principe Giovan Carlo de’ Medici priore, a concederli qualche reliquia e furono graziati dell’osso sottile del braccio che attaccha alla mano nominato il fucile interno [= radio] di lunghezza soldi dieci, et un quattrino [circa 30 cm], e fu riposto in un braccio d’argento fatto fare da detta Comunità, colla condizione di renderla ad ogni piacimento dei serenissimo priore, e suoi successori come per i contratti d’estrazione, e donazione rogati da Tommaso Galeotti ne’ 25 e 26 maggio 1642 al libro 24” .

Un breve commento.
Contemporanea di San Ranieri Scacceri († 1161), Ubaldesca Taccini nacque a Calcinaia nel 1136 e a 15 anni entrò in una casa religiosa per assistere gli ammalati.
In questa struttura visse 55 anni e fu molto ricercata dalle persone sofferenti per le virtù taumaturgiche che possedeva.
Morì il 28 maggio 1206, giorno della SS. Trinità.
Il suo corpo fu accompagnato al suffragio vestito con l’abito delle suore gerosolimitane.
Alla fine del secolo XIV le spoglie rimaste vennero traslate nella chiesa del Santo Sepolcro e, nel 1924, consegnate, eccetto alcune reliquie, alla parrocchia di Calcinaia dove oggi si trovano.
Ma la Comunità valdarnese si era fatta avanti qualche secolo prima a chiedere un ricordo della sua illustre figlia, come dice il sopra citato documento dei cavalieri di Malta.

Paola Ircani Menichini, 29 gennaio 2021.
Tutti i diritti riservati





Note

(1) “Anche in Italia si conservano notizie frammentarie che nel IX secolo attestano un nuovo interesse verso i monumenti cristiani di Gerusalemme ... non si era ancora affermata l’idea di costruire e consacrare un edificio nella sua interezza al culto del Santo Sepolcro. Tale orientamento liturgico compare soltanto più tardi, alla fine del X secolo, e si può dire che di qui inizi un nuovo corso nella storia del monumento costantiniano riprodotto in Occidente”, da Carlo Tosco, Architetture del Santo Sepolcro nell’Europa medievale.

RICONOSCIMENTI

Le fotografie


– l'onorificenza e croce dei Cavalieri di Malta;

– i tetti e il campanile del Santo Sepolcro di Pisa, foto di Walter Giusti, 2019, su Google maps;

– L’interno, foto di Antonio Marsella, 2019, da Google Maps;

– L’elenco delle indulgenze alla chiesa del Santo Sepolcro, di P.I.M., 2020;

– il ricordo della reliquia di S. Ubaldesca richiesta dal Comune di Calcinaia, foto di P.I.M., 2020;

– busto della santa, secolo XIX, ambito toscano, gesso modellato e dipinto. Iscrizione (sulla base) S.TA UBALDESCA TA [...], da Beweb.